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Porto Santo Stefano da ricordare

Buongiorno!

10 maggio 1959: un giorno per ricordare

 

Giorno di festa a Porto Santo Stefano.

Alla banchina del porto del Valle, sotto la salita che un tempo conduceva all'Ospizio Marino, sono attraccati 6 dragamine: il Mirto, il Loto, l'Alloro e poco più in la', a condividere la gloria del giorno, il Platano, l'Ontano e il Pioppo.

Nel piazzale antistante, un palco costruito alla meglio, come solo vignaioli e pescatori sanno fare, ospita un tripudio di divise ed abiti da cerimonia con fasce azzurre e tricolori: sono le autorità civili e militari di vario lignaggio e provenienza accorse per l'evento. Davanti a loro, ma più in giù, il sindaco Ettore Zolesi, anch'egli fasciato, a vita, e un po' di clero sparso qua e là tra cui il parroco don Azelio Bastianini.

A fianco, un picchetto d'onore per le autorità e la Fanfara della Marina Militare conferiscono alla scenografia paesana e peschereccia un tocco di marziale solennità.

Davanti al palco, su un lungo tavolo ricoperto da una bandiera tricolore, tre cofanetti aperti fanno emergere lembi di altrettante italiche bandiere. Sono le bandiere da combattimento che tra breve tre donne del paese consegneranno ai comandanti dei tre dragamine Mirto, Loto e Alloro.

Sono loro le eroine del giorno, in rappresentanza di coloro, figli e congiunti, a cui la guerra un giorno sul mare tolse la vita.

Alfa Rinaldi, per il Loto, ha perso il figlio Renzo, sottocapo telegrafista imbarcato sull'incrociatore Fiume, nella battaglia di Capo Matapan del 28 marzo 1941.

Giulia Corti, per l'Alloro, è vedova del marittimo Mario De Angelis, portercolese, caduto sul motopesca Mafalda, affondato nel 1946 per l'urto contro una mina

Artemia Loffredo, per il Mirto, ha avuto un fratello caduto in guerra sul fronte russo ed il marito, Ezio Loffredo, decorato di Medaglia di Bronzo al Valor Militare.

In gramaglie, precedute dal gonfalone del Comune, hanno portato le bandiere in piccolo corteo dal municipio fino a lì.

Consegna delle bandiere

Poi si sono sedute su tre sedie ai piedi del palco, accanto al loro sindaco, aspettando che il cerimoniale desse loro la parola.

E ci sono loro, i santostefanesi.

Da una parte e dall'altra del palco fin quasi alle friggére, al di là del muretto sulla salita dell'Ospizio, ed affacciati al parapetto di via Barellai, paesani nell'abito della festa osservano incuriositi ed in rispettoso silenzio.

E' domenica ed è una bella giornata. L'ideale per stringersi a chi sul mare trascorre in armi i suoi giorni e ricordare chi dal mare un giorno non ha fatto ritorno.

Poi la cerimonia ha inizio. Prima la S.Messa, come si conviene, celebrata dal cappellano militare su un altare da campo fasciato di tricolore, poi i discorsi di rito da parte delle autorità locali e di varia provenienza ed infine il saluto ai comandanti e agli equipaggi delle tre unità.

Lo fa con voce rotta dall'emozione, anche a nome delle altre madrine, Alfa Rinaldi con un un discorso scritto per l'occasione, in pompa magna e con lo stile roboante di un tempo non troppo lontano, dal compaesano comm. Giovanni Viti. .

Poi la consegna delle bandiere nelle mani dei comandanti ed i rituali discorsi di ringraziamento da parte di questi. Una breve esibizione della Fanfara con qualche squillo di tromba e un po' di musica patrottica e trionfale conclude la cerimonia e lo spettacolo per i molti paesani che vi hanno assistito

Per Alfa, Giulia ed Artemia, che probabilmente non vedevano l'ora di tornarsene a casa in famiglia, un piccolo rinfresco a bordo suggella un evento che non dimenticheranno.

 

 

Fotografie gentilmente fornite dal Tenente di Vascello Alessandro Busonero - Ufficio per la Comunicazione-Marina Militare -

 

 

2008 - Capodomo - di Raul Cristoforetti